La cervicalgia è una patologia ormai sempre più comune e considerata "professionale" in quanto interessa maggiormente coloro che trascorrono gran parte della giornata al pc.
Le cause possono essere molteplici:
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stress
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tensione muscolare
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assenza di esercizio fisico
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uso inappropriato di cuscini e di posture a letto
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eventi traumatici come il colpo di frusta
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presenza di cervicale verticalizzata (perdita della fisiologica lordosi)
I corpi vertebrali cervicali avvolgono e proteggono il midollo spinale. Ciò lascia intendere come una patologia del tratto cervicale possa avere pesanti effetti, a volte anche sulla qualità del sonno. L'irrigidimento del collo rappresenta il disturbo maggiormente diffuso interessando, generalmente, la zona delle ultime 3 vertebre cervicali. I pazienti, comunemente, hanno difficoltà a ruotare ed a flettere la testa lateralmente e nell'estenderla.
Un dolore, pungente e fastidioso, s'irradia posteriormente tra le scapole e nella parte alta della schiena, anche se talvolta può anche non esserci dolore localizzato al collo. Può capitare, inoltre, che le donne mostrino un gonfiore alla base del collo, all'altezza della settima cervicale, chiamato "gibbo di bisonte". Con il risolversi di tale fenomeno, il dolore diminuisce sensibilmente e la mobilità migliora. In queste condizioni, può avviarsi un processo degenerativo dei dischi intervertebrali. Accade non di rado che tali problemi, perdurando nel tempo, riducano il forame intervertrebale, causando, così, un'anomala pressione sui nervi cervicali. A ciò possono seguire:
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formicolii
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iposensibilità agli arti superiori ed alle mani
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dolore accentuato ai muscoli del collo.
La prevenzione richiede: correzione posturale e delle abitudini di vita quotidiana (ad esempio, posizionamento del cuscino a letto o del pc), stretching ed esercizio fisico.
Il trattamento fisioterapico, invece, può includere: Massoterapia al fine di decontrarre la muscolatura, Diatermia (Tecar) al ine di sfiammare e quindi ridurre il dolore alla parte interessata, dolci trazioni manuali, chinesi passiva ed attivo-assistita al fine di recuperare gradualmente l'articolarità perduta.
Anche la metodica McKenzie può risultare di valido aiuto, in taluni casi, purché il paziente s'impegni ad autotrattarsi ossia ad eseguire semplici ma importanti esercizi anche a casa, da solo, mirati a "centralizzare" il suo dolore fino ad attenuazione.